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Cytat
Do celu tam się wysiada. Lec Stanisław Jerzy (pierw. de Tusch-Letz, 1909-1966)
A bogowie grają w kości i nie pytają wcale czy chcesz przyłączyć się do gry (. . . ) Bogowie kpią sobie z twojego poukładanego życia (. . . ) nie przejmują się zbytnio ani naszymi planami na przyszłość ani oczekiwaniami. Gdzieś we wszechświecie rzucają kości i przypadkiem wypada twoja kolej. I odtąd zwyciężyć lub przegrać - to tylko kwestia szczęścia. Borys Pasternak
Idąc po kurzych jajach nie podskakuj. Przysłowie szkockie
I Herkules nie poradzi przeciwko wielu.
Dialog półinteligentów równa się monologowi ćwierćinteligenta. Stanisław Jerzy Lec (pierw. de Tusch - Letz, 1909-1966)
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."No" disse, "io fui incauto ed io debbo portare la pena della miapoca destrezza.Lasciatemi una piccola provvigione di biscotti, unfucile, della polvere e delle pallottole per ammazzare deicapretti ed anche per difendermi, ed una zappa per costruirmi unaspecie di casetta, in caso che tardaste molto a ritornare aprendermi.""Ma tu morrai di fame" disse il padrone."Meglio questo" replicò Edmondo, "che soffrire gli inauditi doloriche mi fa provare il più piccolo movimento."Il padrone guardò il suo bastimento che dondolava nel piccoloporto, e su cui cominciavano i primi preparativi per la partenza."Che vuoi dunque che facciamo?" disse."Non possiamo abbandonarticosì, e neppure aspettare lungamente.""Partite, partite" esclamò Dantès."Noi staremo assenti almeno otto giorni, e bisognerà che deviamodalla nostra via per venirti a prendere.""Ascoltate" disse Dantès, "se incontrate qualche barcapeschereccia che fra due o tre giorni venga in questi paraggi,raccomandatemi al padrone, io pagherò venticinque piastre per ilmio ritorno a Livorno; e se non ne troverete, tornate.""Ascoltate, padron Baldi, vi è un mezzo per conciliar tutto" disseJacopo, "partite; io resterò alla cura del ferito.""E tu rinuncerai alla spartizione" disse Edmondo, "per restare conme?""Sì, e senza dispiacere" rispose Jacopo."Tu sei un brav'uomo" disse Edmondo, "e Dio ti ricompenserà dellatua buona volontà.Ma io non ho bisogno d'alcuno, grazie.Ungiorno o due di riposo mi rimetteranno, e spero di trovare fraquesti scogli alcune erbe eccellenti per le contusioni."Uno strano sorriso passò sulle labbra di Dantès; strinse la mano aJacopo con effusione, ma rimase irremovibile nella risoluzione dirimanere solo.I contrabbandieri lasciarono ad Edmondo ciò che aveva domandato, elo abbandonarono non senza voltarsi molte volte, e facendogli ognivolta gran cenni di saluto ai quali Edmondo rispondeva con unasola mano, come se non potesse muovere il resto del corpo.Poi quando furono spariti:"E' strano" mormorò Dantès ridendo, "che sia fra uomini di talfatta, che si trovino e si riscontrino tali prove di amicizia e diattaccamento."164Poco dopo si trascinò con precauzione fino alla sommità di unaroccia che non gli nascondeva la vista del mare, e di là vide latartana compiere i suoi preparativi, levar l'ancora, librarsigraziosamente come una lodola che sta per spiccare il volo, epartire.In capo ad un'ora era sparita del tutto, o almeno eraimpossibile vederla dal luogo dove era rimasto il ferito.Allora Dantès si alzò più lesto e più leggero di un capriolo fra imirti e i lentischi di quelle rocce selvagge, prese il suo fucilecon una mano, con l'altra la zappa e corse a quella roccia pressola quale finivano i segni che aveva osservato."Ed ora" esclamò, ricordandosi la storia dell'arabo pescatore chegli aveva raccontato Faria, "ora apriti, oh Sesamo!"Capitolo 24.L'ABBAGLIAMENTO.Il sole era pervenuto a circa un terzo del suo corso, i suoi raggidi maggio cadevano caldi e vivificanti su quelle rocce chesembravano esse stesse sensibili a questo calore.Migliaia di cicale invisibili fra i cespugli facevano sentire illoro mormorio monotono e continuo.Le foglie dei mirti e degliulivi si agitavano tremanti e mandavano un rumore quasi metallico.A ciascun passo di Edmondo dal riscaldato granito fuggivanomosconi che sembravano smeraldi.Si vedevano balzare, sul pendioinclinato dell'isola, le capre selvagge che attirano qualche voltai cacciatori.In una parola l'isola era abitata, vivente, animata,e tuttavia Edmondo si sentiva solo, sotto la mano di Dio.Egli provava un'emozione, molto somigliante alla paura.Era quelladiffidenza del pieno giorno, che fa supporre, anche nel deserto,che vi possono essere degli occhi inquisitori ad osservarci.Questo sentimento fu così forte, che al momento di cominciare ilsuo lavoro, Edmondo si fermò, depose la zappa, riprese il suofucile, montò un'ultima volta sulla roccia più elevata dell'isola,e di là girò lo sguardo attentamente su tutto ciò che locircondava.Ma, noi dobbiamo dirlo, ciò che attirò la suaattenzione non fu la poetica Corsica di cui egli poteva perfinodistinguere le case, non fu la Sardegna, a lui quasi sconosciuta,non fu l'isola d'Elba dai giganteschi ricordi, e finalmente non fuquella linea impercettibile che si estende all'orizzonte, e che,all'occhio esercitato del marinaio, rivela il profilo dellasuperba Genova, e della commerciale Livorno: fu il brigantinoch'era partito alla punta del giorno, e la tartana partita dapoco.Il primo stava per sparire nello stretto di Bonifacio; l'altraseguendo la strada opposta costeggiava la Corsica peroltrepassarla.Questa vista rassicurò Edmondo: ricondusse allora lo sguardo suglioggetti che lo circondavano: si vide sul punto più elevato dellaconica isola, piccola statua di questo immenso piedistallo:intorno a lui non un uomo, non una barca: niente altro chel'azzurro mare che veniva a percuotere la base dell'isola, epercuotendola la ornava di una eterna frangia d'argento.165Allora discese con passo rapido, ma prudente; temeva troppo in unsimile momento un incidente eguale a quello che aveva tantoabilmente e felicemente simulato.Dantès, come abbiamo detto, aveva ripercorso il cammino, guidatodai segni scavati sulle rocce, ed aveva veduto che questa lineaconduceva ad una piccola rada nascosta come un bagno di anticheninfe.Questa rada era abbastanza profonda nel suo centro perché unpiccolo bastimento del genere delle speroniere potesse entrarvi, erimanervi nascosto.Allora seguendo il filo delle induzioni, quelfilo che fra le mani di Faria aveva veduto guidare in una manieracosì ingegnosa, pensò che Guido Spada fosse approdato a questarada, avesse nascosto il suo piccolo naviglio, seguita la lineaindicata dalle intaccature, e nella estremità di questa lineasepolto il suo tesoro.Fu questa supposizione che ricondusse Dantès presso la rocciacircolare
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